Analisi

L’influenza dell’inflazione sulle vendite di prodotti Private Label a livello globale

Analisi

L’influenza dell’inflazione sulle vendite di prodotti Private Label a livello globale


Le pressioni inflazionistiche persistono, le previsioni economiche si riducono e i prezzi salgono alle stelle. I consumatori non hanno altra scelta se non quella di riconsiderare la spesa quotidiana per gestire l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, dei carburanti e delle utenze. Una risposta comune dei consumatori è la scelta di opzioni più economiche nei negozi, in particolare le Private Label. I dati di NielsenIQ sulle vendite al dettaglio di beni di largo consumo per il secondo trimestre del 2022 mostrano una tendenza di aumento nelle vendite di prodotti di Marca del Distributore (Private Label) in diverse regioni del mondo. 


Le preferenze dei consumatori attenti ai costi

Recentemente, i consumatori sono diventati ancora più attenti alla spesa e sono alla continua ricerca di strategie per far fronte all’aumento dei prezzi. Di conseguenza, le Private Label sono quindi diventate delle opzioni più che mai significative.   
 
I dati di NielsenIQ indicano che per i due terzi dei consumatori globali i costi dei generi alimentari e della spesa rappresentano la principale fonte di preoccupazione, seguiti da vicino dai prezzi del carburante e dai costi delle utenze. Tutto questo sta facendo crescere il numero di consumatori cauti, ovvero coloro che controllano attentamente le proprie spese quotidiane. Secondo l’edizione di giugno del NielsenIQ Consumer Outlook, infatti, il 79% dei consumatori è più consapevole delle proprie spese. 

I consumatori sono alla ricerca di opzioni smart come promozioni sui prodotti o prodotti più economici per risparmiare. Oltre alle promozioni, la tattica di risparmio più comune è quella di non acquistare alcune categorie, come i prodotti non essenziali e di qualità superiore, con il 26% dei consumatori che la identifica come un metodo per risparmiare. In alternativa, il 20% dei consumatori si sposta verso la ricerca di prodotti a Marchio del Distributore, poiché questo tipo di prodotti che portano il marchio del retailer è considerato come più vantaggioso in termini di prezzo.  


Quota delle Private Label nel mondo  

A livello globale, le Private Label rappresentano il 19,4% delle vendite a valore di beni di largo consumo. Tuttavia, la quota può variare notevolmente da regione a regione. 

Le Private Label godono di un trend indubbiamente positivo in Europa. In questa regione, il formato discount è uno dei principali canali di vendita al dettaglio, con una presenza a scaffale principalmente di Private Label, in contrapposizione ai brand dei manufacturer più importanti, per rispondere a un’esigenza chiave dei consumatori: il rapporto qualità-prezzo. 

In Europa occidentale, le Private Label rappresentano il 36% della quota, ma stanno tuttavia vivendo una trend di stagnazione. I mercati più importanti in termini di quota a livello globale sono:  

  • Svizzera (52%)    
  • Regno Unito (44%)   
  • Spagna (42%)
  • Belgio (38%)  

L’aspetto interessante è che nei Paesi Bassi gli articoli delle Private Label registrano aumenti di prezzo addirittura superiori a quelli degli articoli di brand maggiori. 

I dati di NielsenIQ Retail Measurement Services mostrano che nell’Europa dell’Est la quota delle Private Label ha raggiunto il 14,7% nel secondo trimestre del 2022, crescendo significativamente di trimestre in trimestre. La maggior parte dei mercati della regione ha una quota di Private Label superiore alla media globale, come Slovenia (32%), Ungheria (29%), Turchia (29%) e Polonia (21%). I discount sono tra i canali più popolari in questi mercati, e questo trend sta quindi favorendo la crescita delle vendite dei marchi dei distributori.

Nelle regioni dell’Asia-Pacifica, dell’Africa e del Medio Oriente, le Private Label detengono una quota moderata del 6,1% sul totale delle vendite di beni di largo consumo. 

Tutto ciò non sorprende, dal momento che i negozi di Traditional Trade sono dominanti in molti mercati di queste due regioni. Vale anche la pena notare che i consumatori asiatici preferiscano i brand regionali a quelli privati. Tuttavia, in alcuni mercati in cui le private label riescono a registrare vendite superiori alla media globale, tra di essi l’Australia (22%), il Sudafrica (19%) e Hong Kong (16%).  

In America Latina, il contributo delle Private Label alla quota complessiva del Largo Consumo è modesto (2,3%). Tuttavia, stiamo comunque assistendo a una crescita significativa e rapida.


L’impennata delle Private Label come risposta all’aumento dell’inflazione 

Se si considera il secondo trimestre, le Private Label hanno registrato un aumento delle vendite a valore del 3,5% a livello globale rispetto al secondo trimestre del 2021. Il dato globale è influenzato da alcune regioni in cui le Private Label risultano più forti, come l’America Latina e l’Europa dell’Est. In queste regioni, infatti, è stata registrata una crescita a due cifre, rispettivamente del 27,4% e del 18,1%.

In entrambe le regioni, la crescita è dovuta al rafforzamento dei discount e alla preferenza dei consumatori per le Private Label. I consumatori stanno modificando i loro panieri di spesa, spendendo solo per le categorie essenziali e riducendo la spesa per alcuni articoli non essenziali.

Come già osservato in precedenza, l’inflazione ha avuto un impatto notevole sulle Private Label. Notiamo infatti come alcuni dei mercati a più alta inflazione siano anche tra quelli che testimoniano una crescita più rapida del settore delle Private Label.

La crescente importanza delle Private Label in Turchia (61,6%, tasso d’inflazione annuo 78,6%, giugno 2022) e in Argentina (59,2%, tasso d’inflazione: 64%) è una chiara indicazione delle pressioni inflazionistiche in gioco. È ragionevole quindi aspettarsi dei trend simili anche in altri mercati considerando l’aumento dell’inflazione in tutto il mondo.  

Le famiglie stanno diventando più attente alle proprie spese, cercando di tagliare i costi in modi che rendono più difficile per i retailer e i manufacturer soddisfare le esigenze di risparmio degli acquirenti tra difficoltà economiche, interruzioni della supply chain e conflitti geopolitici.  

È probabile che i retailer e i manufacturer prendano decisioni drastiche per ridurre la pressione sui costi, che potrebbero facilmente portare a un riassetto del mercato dei beni di largo consumo. Avere un quadro chiaro con dati precisi e avere accesso a insight rapidi non è mai stato così importante come in questo momento. 

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